La nave ha rivestito un ruolo di spicco tra i soggetti propri
dell’opera d’arte, pittura, bassorilievo, mosaico,
incisione, graffito e, non ultimo, disegno. Ha costituito
nell’insieme un numero cospicuo di lavori, ma non ha goduto
che di scarsa risonanza rimanendo emarginata nel campo marittimo
come
tutto quello che riguarda la marineria , anche se fonte, anzi
motore di
un’economia nazionale di rispetto. Enorme
è il numero di riferimenti che si potrebbero citare in
questa sede, il che è chiaramente impossibile per cui non
resta che ricorrere a titolo di esempio ad alcune citazioni: le
incisioni rupestri preistoriche della Nubia e della Norvegia, il
tempio
egiziano di Der el-Bari con la nota nave della regina Hatsepsut, le navi
romane, le liburne, della
Colonna Traiana di Roma, i mosaici della Tunisia, i piatti dipinti
greci. Vedasi anche il ben fornito volume “Le
muséeimaginaire
de la marineantique”
(InstitutHellénique
pour la Préservation
de la
TraditionNautique,
Atene 1987)
del noto etnologo francese Lucien Bach. Ma quale
insegnamento o chiarimento viene da questa documentazione pur
interessante? Ben poco. Si tratta per lo più di
“ex voto” di carattere religioso in resa
popolaresca, o di contenuto encomiastico e non tecnico, che nei
esemplari più antichi si può trovare ridotto a
figurazione simbolica. È
soltanto con la nascita e con lo sviluppo dei regnanti
assolutistici
dell’Europa del Nord Ovest, con in testa Inglesi e Olandesi,
che le cose vengono a cambiare con l’intento di impressionare
esibendo quadri di navi in scala manipolata e sovraccariche di
stemmi,
armi araldiche, sbandieramenti e ricchezze decorative, ma ancora
nessun
interesse per l’oggetto nave, che tuttavia comincia ad
attirare l’attenzione. Le cose cambiano
vistosamente con la famiglia Roux di Marsiglia, Joseph (1725
– 1793), Ange- Joseph Antoine (1765 – 1835),
Francois Joseph (1805 – 1870), fornitori di strumenti nautici
e nel contempo buoni pittori in contatto diretto con capitani e
con
marittimi che ben conoscono le navi e le loro attrezzature delle
quali
bisognava tenere conto, senza trascurare l’ambientazione e la
resa coloristica dei quadri in un’aura di romanticismo che
invano si cercherebbe al giorno d’oggi. Questi quadri
piacquero tanto da influire diffondendosi su tutto il settore
tanto che
non è possibile dilungarsi sui nomi di artisti interessati a
quanto trattasi. Una scuola che
è venuta ad adattarsi anche alle esigenze degli armatori
interessati ad esibire le immagini delle loro navi quali sono
state
nella realtà.
Mi sia consentita
ora la presentazione di una piccola serie di figurazioni di navi,
da me
dipinte molti anni fa quando, giovanissimo, avevo iniziato ad
occuparmi
di marineria nei vari suoi aspetti attratto da un ambiente
avvincente
ma inafferrabile. Segue una
galleria di 14 acquerelli eseguiti su tavoletta di legno con
vernice a
finire raffiguranti navi, velieri, bastimenti e piroscafi
liberamente
ispirati da veri modelli e raffigurati in ambientazioni di
fantasia. I
dipinti sono interpretabili come esercizi atti a superare il primo
momento ed acquisire crescenti conoscenze, raggiungendo infine un
livello non disprezzabile, favorito dal fatto che la natura mi ha
dotato di una discreta abilità nel disegno a matita e a
penna, del che mi sono avvalso largamente abbandonando il colore.
Il
tutto da attivo autodidatta. Così,
privo di una raccolta fotografica, ho messo insieme un grande
numero di
disegni di navi su fogli volanti grandi e piccoli con scelte molto
curate dei soggetti in fatto della luce sole – ombra che ha
reso possibile ricavare effetti e particolari interessanti,
conservati
i minori in una cinquantina di raccoglitori, mentre altri
più grandi e colorati riposano in fondo ai cassetti
casalinghi in cinque cartolari. Ma, si sa, la marineria offre
argomenti
di studio senza alcun limite, più vasti di tutti gli oceani
e gli specchi d’acqua messi insieme. Conseguentemente si
contano a decine le raccolte tematiche di contenuto storico
riguardanti
la marina militare italiana, quella austriaca e austro-ungherese, la marina
mercantile italiana d’altura e costiera, i pescherecci e le
imbarcazioni tipiche locali italiane ed estere coprendo altri
fogli in
un numero considerevole prossimo alle 2000 unità.